Alephactory
Streetness, il senso della strada, ha realizzato per Arti Grafiche Boccia s.p.a il progetto Alephactory. A Different Imprinting, portando la creatività urbana in una delle aziende leader del sud Italia per impianti e servizi di stampa.
Nove gigantesche ”B” sono state interpretate e riprodotte sulla facciata metallica esterna dello stabilimento di Arti Grafiche Boccia s.p.a, da nove tra i migliori street artisti italiani selezionati da INWARD tra sei Associazioni per la Creatività Urbana: ZenTwo ( Francesco Palladino), Made (Alberto Capozzi), Entik (Alessandro Battisti), Pencil (Domenico Acampora), Opium (Aldo Oliviero), Zeus40 (Gianluca Caputo), Macs (Antonello Piccinino), Cactus (Vincenzo Mastroiorio), e Maria (Maria Checchia). Le grandi opere sono state realizzate con lo scopo di fondere insieme funzionalismo e bellezza al’interno dell’azienda, per stimolare la creatività dei dipendenti, dei clienti e per chiuque sollevi lo sguardo spostandosi sulla direttrice Salerno-Reggio Calabria.
«Le contorsioni di un Bodoni nelle spire sagittali dei graffiti con retino di stampa; un incredibile mise en abyme in cui ci si vede vedere i lavori su muro; un impasto di caramella fiordifragola che diventa efficacemente leggibile; il tripudio a tre campi dell’arte della stampa antica tra amanuensi, caratteri e macchine; un flop di periferia da rilasciare con sveltezza e morbidezza tipici; l’impronta palmare come segno biometrico dell’azienda e come sigillo identitario e genetico; la forma fiorita di un tatuaggio su donna, pescando l’inchiostro da una piccola boccetta» (Luca Borriello, Kalokagathia. Il bello, il buono e le arti grafiche in ”Alephactory. Arti Grafiche Boccia per la Creatività Urbana”). Le opere, come descritte all’interno del catalogo prodotto e stampato dalla stessa azienda, sono state poi tradotte, dagli stessi artisti, su nove tele e consecuitvamente trasformate in novecento stampe, auteticate dagli artisti e omaggiate ai clienti dell’azienda.
Per raccontare la storia di un’azienda di antica tradizione, ma anche la storia dell’evoluzione dei processi tipografici e di stampa, è stata allestita una mostra presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, La fabbrica delle lettere, supportata dal Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il progetto è stato raccontato nel volume ”Alephactory – Arti Grafiche Boccia per la creatività urbana’‘, con la prefazione del Presidente della Commissione Cultura di Confindustria Alessandro Laterza ed il saggio di Mauro Giancaspro.
«Il cuore di quest’iniziativa di cultura e di impresa – scrive Alessandro Laterza – sta nel ricordarci la dimensione specifica della piccola e media impresa come progetto di vita. La promozione del marchio aziendale viene rovesciata in una sollecitazione creativa ad un’ideale comunità di artisti. L’esperienza d’impresa viene tradotta in emozione visiva trasferita anche a chi attraversa l’area industriale. Il racconto azienda poi viene incastonato nella narrazione del progetto artistico. Questo ci ricorda che per chi produce beni c’è sì una bellezza intrinseca all’apparato produttivo, ma ci può essere anche l’idea di coltivare un germe di bellezza che genera una produttività diversa”. “Variazioni mnemoniche sul tema della “B”- conclude Mauro Giancaspro – “B” come Boccia, naturalmente, ma anche “B” come biblioteca come istintivamente e assai poco congruamente penserebbe per deformazione professionale un bibliotecario. “B” di book per un appassionato libraio inglese. Ma anche e ancora – perché no? – assai più congruamente, “B” come Bauhaus, la grande scuola -laboratorio di Walter Gropius».