Quarantotto Segnalibri
Nel 2005, stimolati dal Centro di Cultura Napolic’è, abbiamo chiamato a raccolta 24 tra i migliori graffiti writers italiani, i quali, impegnati nella realizzazione di due soggetti grafici a testa, hanno poi esposto negli spazi della Galleria Sangiorgio opere eseguite con tecniche varie, dalla pittura alla computer grafica, per la mostra Quarantotto Segnalibri. Le opere sono state prodotte in formato rettangolare (10×40) e stampate in centinaia di esemplari di segnalibri d’artista, invenzione della Galleria Sangiorgio e del suo direttore Franco Cusati.
Lo spazio napoletano ha nel suo portfolio, oltre alle esposizioni delle firme più note dell’arte contemporanea – da Barisani a Tatafiore, da Castellano a Paladino – la sperimentazione dei segnalibri d’artista: nel 2002 il direttore Franco Cusati ebbe l’idea di cumulare centoundici artisti internazionali per una grande esposizione itinerante di opere e di segnalibri accessori. La scelta di riunire graffiti writers è stata dunque supportata da questo precedente ed è stata motivata dalla grande curiosità di capire cosa gli artisti avrebbero espresso di se stessi, ben oltre il fare graffiti in modo consueto. Avevamo l’impressione che, se qualcuno avesse fatto in ogni caso una riproduzione di un disegno tipico sul formato inusuale, certamente qualcun altro avrebbe sviluppato qualcosa di inedito: ciò che sarebbe stato caratterizzante del fenomeno, pure se concretamente fuori dalla strada, ci avrebbe restituito quel senso specifico che iniziammo così a chiamare “streetness”.
Gli artisti che hanno partecipato, figure già note del panorama internazionale dei graffiti, eppure in molti alla prima esposizione, sono stati: Airone (Dirty reversible, Clean reversible), AtomUan (Opacare locum), Bean One (Flowers’n’arrows, Outline golden), Cyop (Rispondi, Tenendo presente che…), Demon (New York Soft, L’impronta), Diamond (Shaolin shadow boxin, Omaggio a Thomas T.Heine), Dropsy (Soul Jah 1, Soul Jah 2), Eno (Reato?, Writing engine), Iabo (Lettura preoce 1, Lettura precoce 2), JB Rock (Katsushika, Komeini), Kaf (Strani animali osservano segni, Dopolavoro), Kayone (Segnalibro n.1, Segnalibro n.2), Kemh (Vita quotidiana…, Senza titolo), Ozon (My name is Ozon, Mr. Arnold), Phato (Almost blue, City vision), Polo (La Ragione – prima parte, La Ragione – seconda parte), Pope (Io sono un writer, Primi piani), Rae Martini (Underground KIng’s part A, Underground King’s part B), Slork (2 names one midn, …is not a crime), Stand (The wrestler part one. The wrestler part two), Verbo (Alberi, Ducati), Wany (L’istinto della lettera e forma, CrazyBluRabbit), Zeno.K (Raina in mongolfiera, Timidezza), Zentwo (Essenze/01, Essenze/02). Ognuno a modo proprio, secondo una libera derivazione dal comune mondo metropolitano, ha implicitamente o esplicitamente rielaborato e superato un’estetica oramai nota, accreditandosi in modo autentico con il proprio personalissimo stile.